FILTRI.
Il filtro è un contenitore attraversato dall’acqua “sporca” della piscina, il quale con vari sistemi filtranti sotto specificati, trattiene le impurità che vengono aspirate dalla pompa attraveso gli skimmer o dalla vasca di compenso. Il filtro trattiene le impurità fisiche (sabbietta foglie ecc) che riescono a superare le prime barriere meccaniche presenti. L’acqua fuoriesce dal filtro e viene rimandata in vasca pulita da impurità ma non sterilizzata, non è compito del filtro la sterilizazione, per questo servono i trattamenti chimici.
La filtrazione meccanica, svolge quasi l’80% del lavoro di depurazione di una piscina, il restante 20% lo svolgono i prodotti chimici. Da qui è facile comprendere quale sia l’enorme importanza di una buona filtrazione, senza la quale diventano inutili o inefficaci i trattamenti chimici stessi.
Esistono tre tipologie di filtri:
– a sabbia
– a cartuccia
– a diatomee
1. FILTRI A SABBIA
Descrizione generale
Nella maggior parte delle piscine, sia private che pubbliche, il sistema di filtrazione più utilizzato è quello a sabbia.
Le ragioni di questa diffusione sono numerose:
- buona qualità di filtrazione
- facile manutenzione
- lunga durata
- intervallo di tempo fra una pulizia e l’altra
- robustezza e semplicità
- buon rapporto qualità/prezzo
Prima di tutto è necessario che il filtro sia dimensionato in modo corretto per ciascuna piscina, sia come superficie filtrante che per velocità di filtrazione.
Un buon sistema di ricircolo, prevede che l’intero volume dell’acqua della piscina sia completamente “ricircolato” tra le 4 e le 6 ore, cioè tutta l’acqua possa passare attraverso la filtrazione in questo periodo di tempo.
Un altro elemento che determina i valori detti prima è la pompa di circolazione, che dovrà ugualmente essere calcolata in funzione del volume di acqua della piscina.
Le portate dei filtri vengono calcolate ad una determinata velocità di filtrazione, nel caso delle piscine private il valore è nell’ordine dei 40-50 mc/ora/mq
In linea generale una velocità di passaggio più bassa migliora la qualità di filtrazione, mentre una più alta la peggiora; parallelamente dal punto di vista economico più un filtro ha una velocità bassa e maggiore sarà il suo volume, la sua dimensione, e quindi anche il suo costo.
Nelle piscine pubbliche si deve obbligatoriamente fare riferimento a normative UNI, mentre in quelle private non ci sono regole predeterminate, ma solo la qualità professionale del costruttore che avete scelto. In conclusione, la continua ricerca di un prezzo competitivo, per costruttori con pochi scrupoli, fa scegliere componenti di filtrazione molto spesso sottodimensionati. All’inizio, sembra che tutto funzioni a dovere, ma già dopo qualche giorno vi accorgerete della difficoltà di manutenzione e della cattiva qualità dell’acqua.
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Funzionamento
Il funzionamento di un filtro a sabbia è abbastanza semplice, di solito un filtro a sabbia è costituito da un contenitore cilindrico, all’interno del quale viene inserita sabbia silicea lavata:
– MONOSTRATO (cioè tutta della stessa granulometria) nelle piscine private
– MULTISTRATO (cioè strati di differente granulometria) o a granulometria variabile, nelle piscine pubbliche.
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Nei filtri normalmente utilizzati nelle piscine private si utilizza un solo tipo di sabbia, con una granulometria che va da 0,4 a 0,8 mm. La pompa preleva acqua dalla vasca e la invia al filtro, facendola entrare dalla parte superiore, l’acqua attraversa tutto lo strato filtrante e viene raccolta al fondo da “candele” o “piastre” che la convogliano nuovamente in vasca attraverso gli immissori. Durante il passaggio, l’acqua elimina le particelle in sospensione, ripulendosi.
Sui filtri è di solito predisposto anche un manometro, che ci indicherà la pressione di esercizio; man mano che questa aumenta, significa che lo strato filtrante si sta sporcando e quindi ci si avvicina al momento della pulizia, meglio definita come controlavaggio.
2. FILTRI A CARTUCCIA
Descrizione generale
Questo tipo di filtro, al posto della sabbia, impiega una cartuccia cilindrica realizzata con materiali a base di cellulosa e poliammide. L’efficacia è buona, raggiungono filtrazioni molto fini, ma hanno lo svantaggio di sporcarsi molto presto, quindi hanno bisogno di frequenti manutenzioni.
I motivi principali per cui vegono a volte utilizzati negli impianti di ricircolo di una piscina sono:
- basso costo iniziale
- circuito idraulico più semplice
- spazi necessari di minori dimensioni
- grado di filtrazione buono
Dal punto di vista tecnico, pur avendo una buona filtrazione, sono però sprovvisti di un sistema di controlavaggio per la pulizia;
La durata fisica della cartuccia filtrante è in media di un anno, anche lavandola accuratamente, si arriva al punto di saturare la sua porosità e diventa necessaria la sostituzione; ad un ridotto costo iniziale, segue quindi un costo di manutenzione abbastanza oneroso.
Indicazioni
L’mpiego di di questo filtro è adatto a piscine di piccole dimensioni, soprattutto quelle fuoriterra, per SPA, oppure vasche destinate ai bambini.
Funzionamento
Come già accennato, il circuito di funzionamento è molto semplice, l’acqua della piscina entra nel filtro e ne fuoriesce da una seconda apertura, non ci sono valvole deviatrici, ma solo una valvola di arresto all’ingresso e all’uscita delle tubazioni, per evitare ritorni di acqua all’interno del locale tecnico durante le operazioni di manutenzione.
La velocità di filtrazione è di solito abbastanza bassa, circa 2-3 mc/ora a mq di superficie filtrante; questo perchè il sistema di piegatura a soffietto della cartuccia filtrante consente una vasta superficie di passaggio, molto superiore, a parità di dimensione esterna, rispetto ad un filtro a sabbia.
I dati appena forniti non devono trarre in inganno, perchè se ne potrebbe dedurre un vantaggio del filtro a cartuccia rispetto a quello a sabbia; in realtà la minore superficie filtrante del filtro a sabbia è abbondantemente compensata dalla profondità del letto di sabbia, mentre per quello a cartuccia abbiamo esclusivamente una superficie piana, senza profondità.
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Controindicazioni
Un’altra considerazione va fatta sulla manutenzione dell’acqua, occorre ricordare che se si dispone di questo tipo di filtri, non dovranno mai essere impiegati prodotti flocculanti ed alcuni alghicidi di ultima generazione, a base di sali poliquaternari. La conseguenza sarà il rapido intasamento del filtro e, di solito, l’impossibilità a ripristinarlo.
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3. Filtri a diatomee
In alternativa al sistema di filtrazione a sabbia per un’ottimale filtrazione dell’acqua nelle piscine interrate può essere impiegato il filtro a diatomee.
Questo è sicuramente il sistema di filtrazione che garantisce la filtrazione più efficace raggiungendo una finezza di filtrazione compresa tra 1 e 3 micron. Utilizziamo filtri a diatomee che si caratterizzano oltre che per l’elevata durata, per un principio di funzionamento che garantisce efficacia e facilità nelle operazioni di manutenzione.
All’interno della struttura del filtro, infatti, è presente un sistema di supporti posizionati a ventaglio che creano una grande ed equilibrata superficie su cui si depositerà la farina di diatomee. La farina di diatomee, introdotta dallo skimmer quando la filtrazione è attiva, o nella vasca di compenso nelle piscine a sfioro, è trascinata dall’acqua e ripartita su tutta la superficie degli elementi filtranti che la trattengono. L’acqua è dunque costretta ad attraversare la diatomea per poter ritornare in piscina.
In questo modo essa si sbarazza delle impurità che contiene, che vengono trattenute dalle diatomee. La farina di diatomee è una farina di alghe fossili , di granulometria piccolissima ( è quasi impalpabile ). Ogni granulo di diatomee è a sua volta dotato di piccolissimi microfori; pertano l’acqua della piscina che circola nel filtro è “costretta” ad attraversarli rilasciando anche le più piccole impurità.
La farina di diatomee infatti , garantisce una finezza di filtrazione ineguagliabile ( tra 1 e 3 micron) ed è in grado di svolgere un’ azione schiarente grazie al potere di attrazione elettro-chimico della superficie (simile all’effetto calamita) che arriva a catturare grassi e soluzioni allo stato colloidale : “alghe, smog, pollini, limo e talvolta anche alcune proliferazioni batteriche che, normalmente, rendono l’acqua opalina. ”
L’acqua diverrà invece trasparente e brillante con il classico effetto scintillio di un’ acqua filtrata con il sistema a diatomee.
Dopo un certo periodo di funzionamento (variabile a seconda della superficie sviluppata dagli elementi filtranti ed alla tecnica del filtro), la pressione registrata dal manometro indicherà che lo strato di terra di diatomee è saturo delle impurità e che conviene sostituirlo eliminandolo e introducendo nuove diatomee. E’ senza dubbio il sistema di filtrazione che assicura la più grande “finezza” di filtrazione e quindi la migliore qualità dell’acqua. Un’acqua meglio filtrata significa anche che necessita di meno prodotti chimici per la disinfezione. La maggiore capacità filtrante riduce conseguentemente il numero di ore di funzionamento dell’impianto di filtrazione. Esistono inconvenienti: Non sopporta negligenze nella manutenzione dell’acqua, neanche nella pulizia.
La sua grande finezza ed il suo principio di filtrazione raramente perdonano una proliferazione di alghe o una pulizia approssimativa. Le conseguenze sono immediate e senza appello e si traducono in un intasamento rapido della massa filtrante e, nei casi gravi, in un degrado del tessuto che ricopre gli elementi interni. Il filtro a diatomee è quindi riservato a persone scrupolose e coscienziose, che dispongono del tempo necessario per la manutenzione